mercoledì 20 febbraio 2013

Genitori oggi


Siamo i genitori di oggi: quali soddisfazioni e quali fatiche?
Questo il titolo della serata organizzata presso l'oratorio di Brembate ed organizzata da don Alberto, nella quale è intervenuta come relatrice la dott.ssa Marzia Dorinipsico-pedagogista, laureata in Scienze dell’educazione presso l’Università di Verona e diplomata come counsellor professionale presso la Scuola di Counselling di Sintem (Bergamo)per sensibilizzare i genitori dei bambini delle scuole elementari.

Genitori, ovviamente non si nasce: lo si diventa a poco a poco, partendo dalla condizione di figli. E' fondamentale per diventare buoni genitori riuscire a trovare da subito una alleanza genitoriale, in modo da trovare strategie comuni.
Il bisogno educativo nasce dalla nostra esperienza, che si presenta come una sorta di bisaccia dalla quale tiriamo fuori quello che riteniamo il meglio per i nostri figli. Naturalmente questa bisaccia si riempie di ulteriori competenze a mano a mano che passa il tempo. 
Nei confronti del figlio devo voler bene, volere il bene e volerlo bene (Macario, 1988). Dobbiamo riuscire a trovare il modo di lasciare lo spazio e l'autonomia ai nostri figli, ricordandoci però che le relazioni tra i genitori ed i figli non devono mai essere simmetriche, bensì asimmetriche: noi siamo l'autorità, stabiliamo le regole (regole che possono essere diverse da famiglia a famiglia), ma che ci devono essere, meglio se basate su una solida alleanza della copia genitoriale.
Occorre poi creare empatia con i nostri figli, ossia riuscire a sentire l'altro senza mai sovrapporsi. 
Facciamo attenzione al ciclo della rabbia: ha bisogno di fare il suo corso, anche nei bambini più piccoli. Se due bambini litigano, lasciamoli fare perché hanno le competenze per risolvere il loro conflitto da soli. 
Ogni intervento educativo non è mai o giusto o sbagliato, ma andrà sempre valutato in base all'obiettivo che si intende ottenere. Infatti, ogni realtà umana non è mai o bianca o nera, ma presenta infinite tonalità di grigio.
Teniamo a mente che quello che spesso riteniamo un "capriccio" non è altro che una forma di protesta e quindi chiediamoci il perché di un tale comportamento. Educare non è altro che una realtà costituita da tre momenti che si intersecano: informare, formare ed educare.
L'educazione deve essere orientata a formare la coscienza della persona e l'intervento educativo deve tendere sempre a tirar fuori dal figlio le risorse corrispondenti ad un valore. Se non c'è un valore, non ci può essere neppure l'educazione. 
Ricordiamoci che la noia favorisce la creatività ed impariamo ad accettare l'individuo per quello che è e non per quello che vorremmo che fosse.
In ultimo, alcuni punti da focalizzare:
  • imparare a gestire tutte le emozioni (rabbia, dolore, gioia e paura); 
  • saper comunicare; 
  • rispettare l'altro;
  • mantenere sempre la differenza di ruolo;
  • infondere autonomia e senso di responsabilità;
  • siamo genitori, ma siamo stati prima dei figli;
  • ricordarci che per avere figli competenti prima dobbiamo diventare noi genitori competenti;
  • confrontiamoci sempre con gli altri educatori, per creare una comunità educante, non disdegnando di ammettere che siamo genitori imperfetti.

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