lunedì 8 aprile 2013

Oriens nel nuovo testamento e nella divina commedia



Il termine deriva dal participio del verbo orior, che significa nascere, sorgere, da cui deriva oriente.
Il termine sostantivato indica, geograficamente, l'Oriente, cioè il punto da cui nasce il sole, ma può significare anche inizio, nascita.
Per questa sua pregnanza nel Cristianesimo il vocabolo acquista un significato religioso-messianico e così viene interpretato nelle Scritture.


In particolare, nel Nuovo Testamento, indica l'avvento dell'era messianica, la venuta del Messia (in Luca 1, 79: il Cantico di Zaccaria) ma anche l'avvento di uno dei quattro Angeli che, nell'Apocalisse, sorge da Oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivente (Apocalisse 7, 2):

Evangelium Secundum Lucam 1, 76 ss.
76 Et tu, puer, propheta Altissimi vocaberis:
praeibis enim ante faciem Domini parare vias eius,
77 ad dandam scientiam salutis plebi eius
in remissionem peccatorum eorum,
78 per viscera misericordiae Dei nostri,
in quibus visitabit nos oriens ex alto,
79 illuminare his, qui in tenebris et in umbra mortis sedent,
ad dirigendos pedes nostros in viam pacis ”.


Apocalypsis 7 , 1-4
1 Post haec vidi quattuor angelos stantes super quattuor angulos terrae tenentes quattuor ventos terrae, ne flaret ventus super terram neque super mare neque in ullam arborem.
2 Et vidi alterum angelum ascendentem ab ortu solis, habentem sigillum Dei vivi; et clamavit voce magna quattuor angelis, quibus datum est nocere terrae et mari,
3 dicens: “ Nolite nocere terrae neque mari neque arboribus, quoadusque signemus servos Dei nostri in frontibus eorum ”.
4 Et audivi numerum signatorum, centum quadraginta quattuor milia signati ex omni tribu filiorum Israel.


Nel Purgatorio l'oriente-est indica la direzione da tenere per iniziare il percorso di espiazione-purificazione: il cammino di rinnovamento (metanoia-conversione) che condurrà al Paradiso terrestre.
Dante e Virgilio infatti vengono invitati dal custode del Purgatorio, Catone l'Uticense, a procedere dirigendosi in direzione del sole che sorge:

Purgatorio I, 106 ss.

Poscia non sia di qua vostra reddita;
lo sol vi mosterrà, che surge omai,
prendere il monte a più lieve salita».

In Paradiso XI l'Oriente viene accostato al Gange, luogo dove nasce il sole che, nella stagione primaverile, rinnova ogni cosa con la sua virtù fecondatrice.
Questo nuovo sole è Francesco d'Assisi.
Sempre nel canto XI del Paradiso,  Dante “gioca” con il nome di Assisi: Assisi-Ascesi-Oriente, luogo di nascita di Francesco, appunto il nuovo sole che sorgendo da Oriente (come Domenico sorgerà da Occidente) rinnoverà la Chiesa dall'interno, richiamandola alla fedeltà originaria al suo Signore.
Secondo una profezia attribuita all'abate calabrese Gioacchino da Fiore la provvidenza divina avrebbe fatto sorgere da Oriente e da Occidente due “campioni” che avrebbe restituito alla Chiesa la dignità perduta. Dante identifica questi due “campioni” appunto in San Francesco e in San Domenico.

Paradiso XI, 49-54
 
Di questa costa, là dov'ella frange
più sua rattezza, nacque al mondo un sole,
come fa questo tal volta di Gange.

Però chi d'esso loco fa parole,
non dica Ascesi, ché direbbe corto,
ma Orïente, se proprio dir vuole.

In questo stesso canto Dante procede poi nell'accostamento Francesco-Cristo, al punto che il Santo di Assisi viene considerato “Alter Christus”, “Figura Christi”, proprio perché, facendosene imitatore, lo seguì con straordinaria coerenza, fino al “martirio” finale: il dono delle stigmate, ultimo sigillo, ricevute sul monte della Verna due anni prima di morire (1224).

Grazie al professor Enzo Noris


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