Il termine deriva dal participio
del verbo orior, che significa nascere, sorgere, da cui
deriva oriente.
Il termine sostantivato indica,
geograficamente, l'Oriente, cioè il punto da cui nasce il sole, ma può
significare anche inizio, nascita.
Per questa sua pregnanza nel
Cristianesimo il vocabolo acquista un significato religioso-messianico e così
viene interpretato nelle Scritture.
In particolare, nel Nuovo
Testamento, indica l'avvento dell'era messianica, la venuta del Messia (in Luca
1, 79: il Cantico di Zaccaria) ma anche l'avvento di uno dei quattro Angeli
che, nell'Apocalisse, sorge da Oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivente
(Apocalisse 7, 2):
Evangelium Secundum Lucam 1, 76
ss.
76 Et tu, puer, propheta
Altissimi vocaberis:
praeibis enim ante faciem
Domini parare vias eius,
77 ad dandam scientiam salutis
plebi eius
in remissionem peccatorum
eorum,
78 per viscera misericordiae
Dei nostri,
in quibus visitabit nos oriens
ex alto,
79 illuminare his, qui in
tenebris et in umbra mortis sedent,
ad dirigendos pedes nostros in
viam pacis ”.
Apocalypsis 7 , 1-4
1 Post haec vidi quattuor
angelos stantes super quattuor angulos terrae tenentes quattuor ventos terrae,
ne flaret ventus super terram neque super mare neque in ullam arborem.
2 Et vidi alterum angelum
ascendentem ab ortu solis, habentem sigillum Dei vivi; et clamavit voce
magna quattuor angelis, quibus datum est nocere terrae et mari,
3 dicens: “ Nolite nocere
terrae neque mari neque arboribus, quoadusque signemus servos Dei nostri in
frontibus eorum ”.
4 Et audivi numerum
signatorum, centum quadraginta quattuor milia signati ex omni tribu filiorum
Israel.
Nel Purgatorio l'oriente-est
indica la direzione da tenere per iniziare il percorso di
espiazione-purificazione: il cammino di rinnovamento (metanoia-conversione) che
condurrà al Paradiso terrestre.
Dante e Virgilio infatti vengono
invitati dal custode del Purgatorio, Catone l'Uticense, a procedere dirigendosi
in direzione del sole che sorge:
Purgatorio I, 106 ss.
Poscia non sia di qua vostra
reddita;
lo sol vi mosterrà, che surge
omai,
prendere il monte a più lieve
salita».
In Paradiso XI l'Oriente viene
accostato al Gange, luogo dove nasce il sole che, nella stagione primaverile,
rinnova ogni cosa con la sua virtù fecondatrice.
Questo nuovo sole è Francesco
d'Assisi.
Sempre nel canto XI del
Paradiso, Dante “gioca” con il nome di
Assisi: Assisi-Ascesi-Oriente, luogo di nascita di Francesco, appunto il nuovo
sole che sorgendo da Oriente (come Domenico sorgerà da Occidente) rinnoverà la
Chiesa dall'interno, richiamandola alla fedeltà originaria al suo Signore.
Secondo una profezia attribuita
all'abate calabrese Gioacchino da Fiore la provvidenza divina avrebbe fatto
sorgere da Oriente e da Occidente due “campioni” che avrebbe restituito alla
Chiesa la dignità perduta. Dante identifica questi due “campioni” appunto in
San Francesco e in San Domenico.
Paradiso XI, 49-54
Di questa costa, là dov'ella
frange
più sua rattezza, nacque al
mondo un sole,
come fa questo tal volta di
Gange.
Però chi d'esso loco fa
parole,
non dica Ascesi, ché direbbe
corto,
ma Orïente, se proprio dir
vuole.
In questo stesso canto Dante
procede poi nell'accostamento Francesco-Cristo, al punto che il Santo di Assisi
viene considerato “Alter Christus”, “Figura Christi”, proprio
perché, facendosene imitatore, lo seguì con straordinaria coerenza, fino al
“martirio” finale: il dono delle stigmate, ultimo sigillo, ricevute sul monte
della Verna due anni prima di morire (1224).
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