mercoledì 17 aprile 2013

Da cosa si riconosce un bravo allenatore?



Salve a tutti. Scrivo per la prima volta alla redazione de "Il Nuovo Calcio" con l'obiettivo di sottoporre un quesito importante rivolto, in particolar modo, ai genitori dei ragazzi che giocano (o hanno giocato) in età infantile. Qualche mese fa mi è capitato di confrontarmi con un gruppetto di genitori di ragazzi nati nel 2002 (tesserati per conto di una società con un buon settore giovanile) e ho chiesto qualche informazione riguardo l'allenatore dei loro figli. 




Mi è stato risposto, dalla maggior parte, che "il Mister è bravissimo", seguito da altri innumerevoli complimenti: perciò, incuriosito, decido di andare a visionare qualche allenamento. Il Mister in questione è un ragazzo giovane, una trentina d'anni probabilmente, e dai primi esercizi sembra pure in gamba, preparato, moderno. Come inizio non è male, per lo meno in linea con le aspettative. Con il passare dei minuti gli esercizi cambiano, aumentano le difficoltà e... ALT! Ai primi errori tecnici da parte dei ragazzi il Mister inizia a mostrare i primi segnali di disappunto, apostrofando a più riprese i 2-3 ragazzi meno pronti del gruppo ed estendendo i richiami un po' a tutti i ragazzini. Fossero stati richiami normali, "di circostanza", non mi avrebbero fatto più di tanto effetto: ma sentire il Mister che dà della "testa di...." se non peggio ai bambini, perché hanno sbagliato a effettuare l'esercizio, mi è parsa una situazione spiacevole oltre che diseducativa. L'allenamento, per la cronaca, è terminato con una partitella 7v7 dove il mister ha potuto sproloquiare liberamente. Me ne vado deluso, ripensando alle parole dei genitori, ma decido di tornare a fargli visita un paio di settimane dopo, credendo di aver già visto/sentito tutto. Dopo una fase iniziale dell'allenamento alquanto anarchica condita da numerose volgarità, sia da parte del Mister sia da parte dei bambini (da chi avranno imparato? ...tristezza), l'allenatore decide di dare il meglio di sé: "lavoro sulla forza" e ragazzi pronti in riga: 6 balzi (x6) con successivo allungo di 30 metri. E chi non lo faceva correttamente, non convocato per la partita settimanale. Ovviamente, neanche a dirlo, ragazzini distrutti e sfiniti dopo le sei serie imposte dal "bravo" allenatore. A fine allenamento, ancora allibito da ciò che ho visto, decido di avvicinare il Mister con una scusa qualsiasi, e lui stesso inizia a parlarmi di "lavoro obbligatorio sulla forza perché così i ragazzi si pompano più facilmente e potranno correre di più alle partite" (testuali parole). Cerco di spiegare che non è proprio così, ma trovo di fronte a me un muro con il quale diventa presto impossibile dialogare, peraltro convinto delle proprie idee e piuttosto arrogante.
DOPO TUTTO CIÒ MI CHIEDO: QUANDO UN ALLENATORE DELLA SCUOLA CALCIO VIENE CONSIDERATO "BRAVO" DAI GENITORI? SE NON INSEGNA L'EDUCAZIONE, IL RISPETTO E OLTRETUTTO CARICA (IN SENSO FISICO) I RAGAZZI, SIAMO SICURI CHE SIA LA PERSONA GIUSTA PER I NOSTRI FIGLI?


(Grazie a Stefano per aver segnalato questo bell'articolo)

Tratto da Il nuovo calcio

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